John Tempesta - Una vita in tour

John Tempesta - Una vita in tour

Essendo Mogar Music il distributore, tra gli altri marchi, di Tama e Zildjian, spesso i clinic tour con dei batteristi internazionali venivano incentrati su artisti che utilizzavano entrambi i marchi, per poter sfruttare al 100% il feedback promozionale di questi eventi.
Anni fa Tama aveva proposto John Tempesta per una serie di clinics, perciò essendo lui sponsorizzato anche da Zildjian, l'idea era subito stata approvata. Ero molto felice, essendo io anche un appassionato di rock e metal, di poter lavorare con un artista simile visto il suo curriculum artistico.
Inizialmente erano state pianificate 2 clinic con John, anche per testare l'interesse e il successo che ne poteva derivare. John ha subito dimostrato di essere una persona estremamente alla mano, molto disponibile.
È una ragazzo molto simpatico, gli piace scherzare e parlare di tutto un po', non è quindi uno di quelli con cui ci si trova per forza a parlare solo di musica e di batteria.

Al momento del suo arrivo era già il batterista dei Cult da qualche anno, ma il suo percorso precedente era altrettanto interessante. Il suo stile di clinic mi piace davvero tanto. Traccia la sua storia, passo dopo passo, spezzando i racconti con dei brani delle band di cui parla.
John ha iniziato facendo il roadie, il drum tech, lavorando quindi al servizio dei suoi eroi della batteria e facendo tesoro dei loro consigli e della loro esperienza. John se la cavava già parecchio bene dietro ai tamburi, però svolgeva il suo lavoro con la massima umiltà. Uno dei suoi consigli principali si riferisce proprio a questo: siate umili, accettate anche le offerte di lavoro apparentemente meno interessanti, perché dall'incarico più umile potrebbe scaturire l'offerta più interessante.

Infatti John, quando il batterista degli Exodus si era trovato ad essere impossibilitato a suonare, era stato subito preso in considerazione. Dopo tanti sound check fatti per la band, aveva dato modo di capire quale fosse il suo livello, perciò era finalmente giunto il momento di fare il salto professionale che aveva sempre sognato. Ogni nuova opportunità, dal passaggio ai Testament, come anche a Rob Zombie e poi ai Cult, era decritto con grande emozione durante le clinic, segno di una costante gratitudine da parte di John verso il destino che l'ha portato a coronare il suo sogno di diventare un grande batterista.

Presentava con grande orgoglio il suo rullante Tama signature, facendo capire quanto ciò rappresentasse un traguardo davvero importante per un artista come lui. È molto disponibile con tutti i fans che si presentano alle clinics ed ha con tutti un approccio molto simpatico. È anche un testimonial molto efficace, in quanto sa come promuovere gli strumenti che usa senza sembrare il conduttore di una televendita.

John Tempesta - Una vita in tour

Il giorno seguente, prima di partire per il resto del tour, era d'obbligo un ultimo saluto ai suoi parenti, i quali avevano accolto anche me come fossi un loro figlio, invitandomi ad andarli a trovare ogni volta che fossi passato da Bari, anche senza John. Persone davvero gentili e ospitali!
Mi aveva fatto sorridere vedere i dischi di platino di Rob Zombie appesi in salotto insieme ad un arredamento piuttosto classico, però questo vi può far capire quanto fossero orgogliosi della carriera di John, pur vivendola a grande distanza.
Tra le mille cose che ci siamo raccontati durante il tour, John mi parlava di quando Tony Iommi l'aveva sentito suonare in un festival e gli aveva chiesto di suonare un paio di brani in un suo disco. Per lui questo era un grandissimo riconoscimento! Fatto sta che era poi andato in UK a registrare con Tony, il quale era rimasto molto soddisfatto del suo drumming.

John Tempesta - Una vita in tour

Una volta tornato a casa, poco tempo dopo aveva ricevuto un pacchetto tramite un corriere. Dentro c'era un piccolo scrigno a forma di bara e al suo interno la classica collana con la croce che tutti i Black Sabbath avevano, ma su questa era inciso il suo nome. Il tutto era accompagnato da un biglietto di ringraziamento da parte di Tony Iommi. Un gesto che aveva colpito profondamente John, tanto che me lo aveva raccontato con grande emozione.

Tornando al suo clinic tour, tutti gli appuntamenti avevano riscosso un ottimo successo, anche perché gli artisti che suonano questo genere attirano molti fans del metal a prescindere dal fatto che suonino o meno la batteria.
Successivamente avevo incontrato John al Namm di Los Angeles durante una party organizzato da Samson. Quella sera mi aveva presentato Frank Bello, bassista degli Anthrax e suo grande amico, sicché dopo svariati free drink ci eravamo riproposti di organizzare un tour con loro due per riportare in Italia due artisti originari del nostro paese che in qualche modo dovevano ritrovare le loro radici. Era stata una serata molto divertente.

Da quando abbiamo lavorato insieme, ogni volta che i Cult suonano a Milano, John mi scrive per invitarmi al concerto. È molto legato all'esperienza del clinic tour fatto insieme, anche se ormai sono passati un po' di anni. Proprio per la sua efficacia e professionalità come batterista, ma anche come testimonial, vedo spesso dei video ufficiali di Tama e Zildjian in cui viene utilizzato per promuovere i prodotti.
Sono quindi molto felice, anche se non ci vediamo da un po', di saperlo sempre impegnato e di vedere la sua carriera sempre in ascesa. John è un artista e una persona che vale e merita tanto.

Stefano Sebo Xotta

Foto di Orazio Tuglio ed Alex Ruffini


Commenta