Strumentazione del turnista: Telecaster

Strumentazione del turnista: Telecaster

Bentrovati MusicOffili, eccoci al secondo appuntamento riguardante un argomento molto interessante e anche abbastanza ampio, la strumentazione del musicista turnista; per chi non avesse avuto ancora il piacere e l'occasione di leggere il precedente articolo (vi invito a farlo), ricordo che avevamo iniziato a trattare l'argomento parlando della scelta delle chitarre elettriche da utilizzare in studio e live.

Per quanto si possa tentare di dissertare in maniera oggettiva sull'argomento, le scelte che poi ognuno di noi andrà a fare saranno in parte sempre influenzate dai gusti personali, dalle esperienze e dalla sensibilità musicale e artistica di ognuno. Nel precedente articolo vi ho parlato della Fender Stratocaster o comunque di quel genere di chitarra elettrica che presenta una configurazione dei pickup s-s-s (tre single coil).
In questo articolo vi parlerò del mio approccio ad un'altra chitarra nata dalla mente geniale di Leo Fender, la Fender Telecaster.

Costruita per la prima volta nel 1950 e battezzata con il nome di Broadcaster, assume negli anni successivi il nome definitivo di Telecaster, in onore di quello che diverrà uno degli elettrodomestici più conosciuti e indispensabili in ogni casa, la televisione.
La telecaster in mio possesso è una blonde creata in occasione del 50° anniversario della sua nascita con corpo in ontano e manico e tastiera in acero.

Se della strato avevo detto essere a mio parere la più versatile tra tutte le chitarre in mio possesso sia live che in studio, della telecaster non posso dire il contrario ma la sua voce e e la sua personalità sono a mio parere ancora più particolari e riconoscibili. Uno strumento diretto e senza fronzoli!
Nonostante ciò, sarebbe errato dire e pensare che per questo motivo non si possa ritenere comunque uno strumento adatto a più generi e stili musicali.

Personalmente utilizzo la telecaster in diversi ambiti, passando attraverso suoni prettamente da steel guitar con l'utilizzo del bottleneck, a suoni blues rock più grossi e caldi; da territori sonori più "acidi", tipici di un certo rock alternativo alla Johnny Marr per intenderci, al pop.

La coppia di pickup che monta la tele in questione non ha un'uscita elevata, tipica di modelli vintage, come vintage è anche il wiring. Entrambi i pickup utilizzati sia singolarmente che in coppia in posizione 2 del selettore, rispondono bene dimostrando una bella "vocalità", con un sound cristallino, mai aspro sui cantini e grossotto ma ben definito sui bassi.

Lo strumento suona bene con ogni tipologia di ampli con il quale lo si utilizza. Come per la strato, sia che si tratti di un VOX AC30 Top Boost, un Hiwatt Custom 100 o un Masotti X100M il risultato è sempre godibilissimo.
In studio con ampli Fender come il Bassman Ltd 59 o il The Twin la Tele va totalmente a nozze tirando fuori alla grande dalla sua tavolozza sonora tutte le sfumature di cui è capace. Dal rock'n roll al country folk dipingere è un vero piacere!

Con ognuno di questi ampli la Tele ha sempre mantenuto la sua personalità e la sua voce, ovviamente arricchita e maggiormente valorizzata dal carattere di ognuno.
Con il VOX AC30 e un bel pedale overdrive la chitarra riesce a tirar fuori delle bellissime sonorità blues rock care agli amanti dei Rolling Stones, come anche del Brian May di "Crazy little thing called love". Per non parlare del sound tipico di The Edge degli U2 se decidiamo di aggiungere un delay regolato a dovere.

Con l'accoppiata Tele-Vox, dove le situazioni lo permettono, mi piace spesso utilizzare il bottleneck in due particolari configurazioni di pickups e pot del tono che mi restituiscono altrettante sonorità totalmente differenti ma entrambe molto interessanti. Una più tagliente e aggressiva (esempio audio qui sotto), dove sia la ritmica che la parte solista con uno slide in vetro sono state eseguite con pickup al ponte e toni aperti; l'altra con i toni un po' chiusi e il pickup al manico per un sound più rotondo e pieno.
Accoppiando un delay allo slide si riescono a ottenere interessantissime sonorità "sognanti" tipiche di certe atmosfere a la Coldplay.

Con l'Hiwatt Custom 100 si tirano fuori bellissime sonorità e ovviamente l'ombra dello zio Gilmour è li in agguato. Forse non tutti sanno che, sebbene l'immagine iconografica di Gilmour sia associata alla mitica strato nera, la Telecaster è stata la sua prima chitarra, utilizzata per molti anni e comunque sempre presente in studio e live.
Provate a mettere tra la Tele e l'Hiwatt un ottimo buffer e un bell'overdrive elegante ma sanguigno come il Nitro screamer, entrambi della Nitrolab di Nunzio Alibrandi, un Tube driver marchio di fabbrica di zio David, un bel distorsore tendente a suoni da muff come ad esempio il Triple Wreck della wampler, un MXR Dyna Comp vintage e un ottimo delay digitale o analogico e il gioco è fatto.
Ho utilizzato questa configurazione di pedali più o meno con qualche altro pedale in alcune situazioni live dove mi veniva richiesto di eseguire anche brani dei Pink Floyd e il risultato è stato veramente interessante e coerente all'originale.

Con il Masotti X100M di Pierangelo "Wolf" Mezzabarba inutile dire che la musica non cambia. O meglio cambia ma sempre in positivo! La chitarra canta praticamente in ogni situazione e con ogni tipo di settaggio dell'ampli.
Dal suono clean più fenderiano scavato sulle medie che personalmente amo e utilizzo molto, a un clean più jazzy, rotondo e ovattato; dai suoni che vanno da un leggero crunch a distorti sopraffini del secondo canale, alla liricità mai zanzarosa o impastata del canale lead. Merito della elevata qualità costruttiva dell'ampli e dell'ottima fattura della chitarra.
Un buon suono è il risultato di più fattori. Sicuramente la qualità del setup (ampli, chitarre, effetti) ma anche la capacità a saper mescolare il tutto come ingredienti di una pietanza il cui sapore finale dipende infine dalla capacità e sensibilità dello chef a unire e mescolare il tutto.   

Molto interessante e creativo si è rivelato l'utilizzo dell'EBow, soprattutto durante la mia permanenza in una band catanese con cui ho collaborato qualche anno fa e nel cui loro primo disco erano presenti alcuni brani che richiedevano appunto l'utilizzo di questo piccolo ma geniale strumento. 
Grazie alla sua capacità di far risuonare le corde della chitarra attraverso la generazione di un campo elettromagnetico è possibile ottenere suoni simili a quelli prodotti da un violino o da un violoncello. Accoppiato a un delay con ritardo lungo e ad un chorus o phaser,  l'effetto è veramente interessante e ispirante.

Siamo giunti alla fine di questo secondo appuntamento della serie di articoli dedicati alla strumentazione del turnista, e dopo avervi parlato del mio personale approccio alla Telecaster non mi resta che salutarvi e ringraziarvi, con l'augurio che questo nuovo articolo abbia contribuito a donarvi nuove prospettive e informazioni utili per il vostro percorso musicale ed artistico.

Alla prossima! 
Stay tuned, stay MusicOff!

Gianluca Rescica


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